L’etimologia del nome Calendula è incerta. Secondo alcuni esperti, deriva dalla parola latina calendae, che significa “primo giorno del mese”. Infatti, i suoi petali assomigliano ai piccoli quarti di luna che compaiono una volta al mese. Secondo un’altra teoria il termine proviene dal greco kàlanthos che significa “coppa” e rimanda direttamente alla forma del fiore.

Della Calendula è possibile utilizzare sia le foglie che i fiori. Le prime possono essere raccolte da marzo a novembre, mentre per i fiori il periodo va da aprile e a giugno. Entrambi possono essere essiccati: l’importante è farlo immediatamente dopo la raccolta, in luoghi caldi, asciutti e bui, cosicché l’acqua venga eliminata velocemente e la pianta non perda il colore e le sue proprietà.

CURA DEL CORPO – Il decotto dei fiori e delle foglie di Calendula aiuta nei casi di influenza, tosse e raffreddore. Mentre il loro infuso dà sollievo per dolori mestruali, febbre, ulcere e irritazioni cutanee.

USO TOPICO – Il succo e i fiori di Calendula possono essere applicati direttamente sulla pelle in caso di piccole ferite, ulcere, piaghe e punture di insetto per svolgere un’azione antiarrossante sulla cute irritata.

USO DECORATIVO – Grazie al loro colore vivace e deciso, i fiori della Calendula possono essere utilizzati per creare composizioni floreali allegre e d’impatto.

CUCINA – Le foglie possono essere consumate come le comuni insalate; i boccioli possono usati come sottaceti e possono sostituire i capperi; i petali essiccati sono usati per aromatizzare l’aceto o trasformati in deliziosi canditi.